IL SAPORE STRANO DI UN RISVEGLIO

di icecamp

Seduto in un bar dal bancone di legno rovinato dal tempo, a un tavolino rotondo che sembra d’essere a Parigi, avvolto da cuscini e specchi alle pareti.
Giro il volto verso destra, guardo a fianco a me e nel mio riflesso dalla faccia gonfia, di chi ha dormito tre ore appena, ricordo il tuo riflesso dentro al vestito stretto a righe bianche e nere mentre cercavi di far quadrare i tuoi capelli impazziti con tutto il resto.
«Sono tre specchi tagliati in versi opposti e montati uno sull’altro quindi ti deforma, il riflesso giusto è nello specchio centrale» e tu intanto ti piegavi in avanti per guardarti meglio.
Improvvisamente ho fame, mixata con il sonno che ancora non mi abbandona. Ho fame di un bacio, uno di quelli che fa diventare un sogno il risveglio, ogni giorno. Un bacio delicato, che fuori sa di frutta e dentro è dolce e piccante allo stesso tempo.
«Cosa ti porto?» Chiede avvicinandosi il cameriere.
«Ciliegie» Gli rispondo guardando ancora nel vuoto «Un piatto di ciliegie candite».

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